L’associazione “Un’Ala di Riserva” percepiva 40 euro al giorno per ciascun immigrato proveniente dal Nord Africa: la convenzione prevedeva la fornitura di vitto e alloggio e altri servizi per l’immigrazione.
Con i soldi destinati all’accoglienza dei migranti, invece, questa onlus aveva acquistato un immobile a Milano (152.000 euro), una società di schede per ricariche telefoniche (733 mila euro), nonché preso in fitto il noto locale Kestè di Pozzuoli (15 mila euro), comprato un immobile a Pozzuoli (100 mila euro), e si sarebbe appropriata di 130mila euro in contanti e di 345mila euro attraverso fatture per operazioni inesistenti.
Nell’inchiesta della Procura di Napoli sono stati contestati i reati di truffa, peculato e appropriazione indebita al presidente dell’associazione onlus “Un’Ala di Riserva” e alla sua compagna, che sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza a Giugliano, con l’accusa di essersi impossessati di denaro destinato all’assistenza agli immigrati.
Un’ordinanza di custodia in carcere eseguita nei confronti di Alfonso De Martino, 43 anni, presidente dell’associazione senza scopo di lucro “Un’Ala di Riserva”. Gli arresti domiciliari disposti per la sua compagna, Rosa Carnevale, 43 anni.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai pm Raffaello Falcone e Ida Frongillo. Nell’ordinanza del gip Antonio Cairo si evidenzia la strumentalizzazione dell’assistenza agli immigrati “per l’utile personale e in funzione di un guadagno illecito”.
Gli indagati avrebbero anche fatto risultare falsamente di aver ospitato parte dei migranti per i quali percepivano le somme.
Dalle indagini è venuto alla luce anche il sistema delle false fatturazioni per giustificare i costi dell’assistenza: alcune attestavano spese «esorbitanti» per l’acquisto di frutti di mare.
Addirittura, è emerso dall’inchiesta della Procura di Napoli, che, soldi erogati alla onlus di Giugliano per l’assistenza agli immigrati africani, sono stati utilizzati anche per l’acquisto di biglietti per la partita Napoli-Chelsea di Champions League nel 2012. Si tratta di ben 37 biglietti per complessivi 5.720 euro.
L’inchiesta si era avviata in seguito alla denuncia di due immigrati somali che erano stati arrestati ingiustamente in seguito a false accuse da parte di Alfonso De Martino, al quale, i due si erano rivolti per chiedere la corresponsione di alcune somme, che avrebbero dovuto ricevere secondo quanto stipulato nella convenzione.
Piccole cifre, relative al pocket money, ma, la circostanza, spiegata agli inquirenti, ha permesso l’avvio delle indagini. Un vasto giro di complicità e collusioni nella gestione illecita dei fondi pubblici destinati alle spese necessarie per l’accoglienza e l’assistenza dei migranti, in forza di una convenzione stipulata tra l’associazione e la Regione Campania.